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Un nome difficile

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 Mio padre era uomo molto conosciuto, pertanto, fino a vent’anni, fui da tutti considerata come: “la figlia del … ”(perché da noi si usa la preposizione articolata davanti al nome di persona).
Nel frattempo crebbe mio fratello, così divenni, fra conoscenti e amici,
riconosciuta come: “la sorella del… ”.
Trascorsi un po’ di anni, dopo il matrimonio, provai la gioia vera
della maternità.
Mi feci, sì, più bella e anche più matura, ma la gente mi apprezzava solo
come: “la mamma della… “.
Desumo – logicamente - che dovrò aspettare la morte perché davanti alla mia tomba qualcuno possa dire:
“Era quella brava donna di cui non si è mai saputo il nome… “!

Per questo, grazie alla nuova tecnologia, per comunicare col mondo,
ho scelto un soprannome ridondante, lungo, piuttosto cacofonico
e persino sdrucciolo.
E’ un po’ ridicolo, mi pare, come del resto lo è ogni cosa sdrucciola,
ma forse è più ridicolo un nome di sei lettere - giuste giuste la metà -
che nessuno, sembra, riesca a pronunciare!

(Credo che solo Dio quel giorno mi dirà:
"Benvenuta, Lorena, benvenuta in questo posto qua!)

(dolceglicine)

 juannesalvador - 11/02/2010 01:25:00 [ leggi altri commenti di juannesalvador » ]

Si sono cresciuto anch’io così e in Barbagia
si usa ancora dire "cussu es su vizu ’e su tale"
come è successo a te con "quella é"
Stupenda la poesia.

 Maria Musik - 10/02/2010 23:03:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Cara Poetessa... de larecherche: qui tutti ti chiamano Lorena o, al massimo, "la Lorena" e "a Lorè!". ;-))

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